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Scegliere il luogo del parto


Penultimo bilancio di salute. L’ostetrica che mi sta seguendo in gravidanza mi chiede:

“Hai deciso dove partorirai?”

Ed io le rispondo :

“Sono indecisa, non riesco a capire quali criteri utilizzare per scegliere! Qualcuno mi parla bene di questo ospedale, altri mi dicono il contrario, altri ancora mi dicono di partorire in casa e io non so cosa sia meglio! Tu mi puoi aiutare?”.

L’ostetrica risponde:

“Non posso dirti cosa sia meglio perché nessuna scelta è migliore di un’altra, devi capire qual è la scelta giusta per te. Posso aiutarti dandoti dei parametri che ti permettano di confrontare le varie possibilità.”

Laddove la scelta del luogo ricada su una struttura ospedaliera, per trovare quella più idonea alle proprie personali esigenze si possono prendere in considerazione alcuni criteri.

Ospedale di I e di II livello

La differenza primaria tra i due livelli risiede nella tipologia di utenza che accolgono. In un I livello vengono assistite gravidanze e parti con età gestazione ≥ 34 settimane, che si presume non necessitino di intervento tecnologico ed assistenziale tipico del II livello sia per la madre che per il feto (in queste unità vengono assistiti neonati sani o con patologie che non richiedono il ricovero presso la Terapia Intensiva Neonatale – TIN). Nelle unità di II livello vengono invece assistite gravidanze e parti indipendentemente dal livello di rischio per madre e feto e prevedono la presenza della TIN.

Gli ospedali di I livello solitamente sono piccoli ma confortevoli, mentre quelli di II livello sono più grandi e con un numero maggiore di posti letto; è dunque più frequente ritrovarsi in un ambiente intimo e contenuto nel primo caso, più caotico e dispersivo nel secondo. In un I livello è più facile ricevere un’assistenza one-to-one (un’ostetrica-una donna) durante tutto il periodo del travaglio e del parto, mentre in un II livello capita spesso che la donna sia seguita da più ostetriche (di solito dall’ostetrica di reparto durante l’inizio del travaglio e poi da quella di sala parto nel periodo successivo).Se il parto avviene in un I livello e il neonato ha bisogno di ricevere cure in una TIN, allora viene rapidamente trasferito in un II livello (ogni Regione è attrezzata per il trasporto esclusivo neonatale). Riassumendo : I livello – ospedale più confortevole, più intimo e maggiore possibilità di ricevere un’assistenza one-to-one, ma che prevede il trasferimento di mamma e/o neonato in caso di necessità; II livello – ospedale attrezzato a qualunque tipo di emergenza, che però spesso è sovraffollato e non garantisce l’assistenza one-to-one.

Dati statistici

Ogni ospedale dovrebbe pubblicare i dati relativi al numero di Cesarei e al numero di episiotomieeffettuati durante l’anno precedente. Può essere un buon indicatore per valutare l’appropriatezza degli interventi in quella determinata struttura, paragonandoli ai dati OMS e agli altri ospedali contemplati nella scelta.

Parto in acqua

Se fa parte dei vostri desideri avere la possibilità di partorire in acqua, informatevi in quale struttura è presente la vasca da parto.

Analgesia peridurale

Se volete conservare la possibilità di ricorrere all’analgesia peridurale per il contenimento del dolore, informatevi su quali strutture la praticano e se è sempre disponibile nelle 24 ore.

Rooming-in

Assicuratevi che nella struttura sia garantito il rooming-in, ovvero la possibilità di tenere il neonato in stanza 24h/24h, fondamentale per il bonding e l’avvio dell’allattamento.

Visita alla struttura

Il luogo del parto deve darvi un senso di accoglienza e di sicurezza pertanto prima di prendere la decisione finale, visitate il reparto e la sala parto.

Se invece la scelta ricade sul parto in casa bisogna tener conto di alcuni aspetti; le donne che scelgono questa strada devono essere convinte e motivate al 100% e la loro gravidanza deve essere stata fisiologica. Partorire in casa è sicuro se a fianco ci sono professionisti competenti in grado di valutare un tempestivo spostamento in ospedale in caso di complicanze. Infatti l’ostetrica che assiste il parto a domicilio monitora secondo linee guida l’evolversi dell’evento, così come verrebbe monitorato in ospedale in caso di travaglio fisiologico (parametri vitali di mamma e feto, visite vaginali riportate sul partogramma – strumento utilizzato per osservare l’andamento corretto del parto). È forse il modo più naturale per accompagnare il momento della nascita poiché le interferenze sono poche, se non nulle, e la donna è assistita one-to-one. Tutto questo contesto può aiutare la futura mamma a vivere più serenamente e contenere meglio il dolore del parto, accogliendo il suo bimbo in un luogo familiare.

L’ostetrica: “Non ascoltare le esperienze altrui, scegli in base alle tue aspettative e alle tue esigenze”


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